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Le signore dell’architettura

Un’amica mi ha ricordato che questa è la settimana dedicata alle donne e allora perché non parlare di architetti donna? Anzi, delle architette, un termine che fa fatica ad entrare nell’uso comune ma che, oltre ad essere una provocazione, è soprattutto un modo di “fare cultura attraverso il linguaggio”. Nel 2017 una delibera approvata dal consiglio dell’Ordine degli Architetti rende possibile, almeno a Bergamo, richiedere il timbro professionale con la dicitura di “architetta”, al femminile

«L’architettura è un mestiere da uomini ma io ho sempre fatto finta di nulla», era solita dire Gae Aulenti 

Nel 1927 Mussolini scriveva che sarebbe meglio che la donna si limitasse ad ubbidire, giacché «essa è analitica, non sintetica», «estranea all’architettura, che è la sintesi di tutte le arti» e per natura impossibilitata a costruire anche solo una capanna, Le Corbusier, alla neolaureata Charlotte Perriand che si era presentata nel suo studio con una cartella piena di disegni, aveva riso in faccia dicendo «Qui non ricamiamo cuscini». Battuta infelice, considerando che collaborò con lei, insieme a Jeanneret, per un decennio e questo porterà all’innovazione dell’équipement d’intérieur de l’habitation, con pezzi talmente moderni da essere in buona parte tuttora in produzione da Cassina.

Marion Mahony disegna, per Frank Lloyd Wright, una serie di planimetrie e prospetti acquerellati, ripassati ad inchiostro e carichi della presenza di vegetazioni lussureggianti… Sì, esattamente quei disegni che per oltre un secolo sono stati attribuiti al genio di Wright sono, per gran parte, opera di Marion Mahony Griffin.

In un’epoca in cui le donne potevano aspirare al massimo a diventare arredatrici o decoratrici, Eileen Gray disegna anche alcuni mobili per il salotto, trasformandolo in uno degli esempi più significativi del design d’interni degli anni Venti.

Negli anni Ottanta del secolo scorso Odile Decq racconta di essere stata puntualmente presa per la segretaria, durante le riunioni, e di essersi spesso sentita chiedere come mai non provasse a cercare lavoro presso un architetto uomo, Lei, la rock star dell’architettura, Direttrice dell’École spéciale d’architecture a Parigi dal 2007!!!!!

Questi sono solo alcuni esempi di come la donna veniva messa nell’ombra dei colleghi uomini, in un settore dove invece ha sempre dimostrato grandi capacità. Come sarebbe stata la storia dell’architettura e il ruolo della donna, se gli uomini avessero avuto l’onesta intellettuale di riconoscere i meriti di una intera generazione di artiste e compositrici dell’architettura?Come è cambiata la situazione oggi? Beh abbiamo fatto progressi ma non abbastanza da rilevare che le donne sono metà dei laureati dei corsi di architettura americani, ma rappresentano circa il 20 percento degli architetti autorizzati e il 17 percento dei partner o dirigenti negli studi di architettura. Pochine direi, e in Europa la situazione non è migliore, capire quali dinamiche si nascondono dietro questo ritiro post studio o deviazione verso altri mestieri non è difficile da immaginare.

L’educazione architettonica è ancora ostaggio della mentalità secondo cui la sofferenza è una parte necessaria della sua pratica: le notti insonni e la scarsa cura di sé sembrano essere l’unica via per la creatività, esacerbate dal culto dell’architetto protagonista, con schiere di neolaureati disposti a sacrificare il loro tempo e la loro integrità perché sono stati condizionati a credere che questo modo di produrre sia normale.

GAE AULENTI

E allora un po’ per onorare, un po’ per darci la forza e il coraggio di non mollare mai, percorrerò la vita e gli episodi che hanno caratterizzato alcune delle più importanti figure dell’architettura moderna e contemporanea.

Abbraccerò un periodo che va dalla meta degli anni 50 fino ad oggi. Partendo da lei, la signora dell’architettura, nata 1927 e scomparsa nel 2012, GAE AULENTI pseudonimo di Gaetana Emilia Aulenti.

Si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, si forma come architetto nella Milano degli ‘50 dove l’architettura italiana è impegnata in quella ricerca storico culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell’ambiente costruito esistente che confluirà nel movimento Neoliberty.

La Aulenti fa parte di questo filone, che dissente dal razionalismo.

La sua figura severa emana ordine e geometria, l’architetto della Gare d’Orsay di Parigi, del Museo d’arte catalana di Barcellona, di Palazzo Grassi, delle ex Scuderie del Quirinale. Sigaretta tra le dita, capelli bianchi cortissimi, e calma, molta calma, gesti ampi delle braccia nel ricordare la sua lunga carriera. «Gli anni che passano? Uffah, che domanda… Io sono difesa dal mio lavoro e dalla mia passione»

La collaborazione con la Olivetti, nota azienda produttrice di macchine per scrivere per la quale realizza gli showroom e pezzi di design le dà una certa notorietà, tanto che poco dopo Gianni Agnelli la chiamerà per affidarle la ristrutturazione del suo appartamento milanese in zona Brera. Tra i due nasce una amicizia che durerà per tutta la vita e per gli Agnelli Gae Aulenti concepirà numerosi progetti.

Di se stessa usava dire di vedere la sua architettura in stretta relazione e in interconnessione con l’ambiente urbano esistente, che diviene quasi la sua forma generatrice, cercando, con questo, di trasferire nel suo spazio architettonico la molteplicità e l’intensità degli elementi, che vanno a definire l’universo urbano. 

«I miei genitori mi hanno insegnato a formarmi una personalità autonoma: lo stacco dal Sud al Nord, per loro, è stato importantissimo. Io avevo delle visioni artistiche, tra virgolette, però c’era l’Italia distrutta e l’architettura era il settore in cui si poteva intervenire. Sa, vedere le macerie ancora oggi mi è insopportabile».

Musée d’Orsay, Gae Aulenti e Nina Artioli (1986)

Si stupiva ancora delle guerre, che sono ancora qui, presenti. Si stupiva dei muri che continuiamo a tirare su per dividere… ci ha lasciati a 83 anni. Se ne avete voglia, ascoltatela in questa intervista: ”Io dico sempre che sono una donna, ma sono un architetto”.

I suoi progetti più importanti:

  • 1960 : Percorso d’ingresso attraverso il Parco Sempione alla XII Triennale di Milano
  • 1965/68 : Showroom di Olivetti a Parigi e Buenos Aires
  • 1970 : Casa di un collezionista – Ristrutturazione dell’appartamento di Gianni Agnelli a Milano
  • 1980/86 : Riqualificazione della Gare d’Orsay (Laloux) e allestimento del Museo d’Orsay, Parigi
  • 1982/85 : Allestimento del Museo Nazionale d’Arte moderna presso il Centre Georges Pompidou, Parigi
  • 1985/2004 : Museo nazionale d’arte catalana, Barcellona
  • 1985/86 : Ristrutturazione di Palazzo Grassi[14], Venezia
  • dal 1987 : Città degli studi e sede distaccata del Politecnico di Torino, collegio e nuova biblioteca a Biella
  • 1990 : Ingresso alla stazione di Santa Maria Novella dal piazzale Montelungo
  • 1992 : Padiglione italiano all’EXPO ’92 a Siviglia
  • 1996 : Piazza antistante la ex-stazione Leopolda (Firenze),
  • 1996/2003 : Museo d’arte asiatica (Asian Art Museum), San Francisco
  • 1996 : Arredo urbano di piazza Ciullo e di piazza del Mercato, Alcamo
  • 1996 : Restauro Palazzo Pubblico, San Marino
  • 1999 : Ristrutturazione dello “Spazio Oberdan”, Milano
  • 1999 : Ristrutturazione delle ex-scuderie papali al Quirinale, Roma
  • 1999 : Ampliamento e adeguamento del Museo d’arte orientale Edoardo Chiossone, Genova
  • 1999/2002 : Stazioni metropolitane “Museo” e “Dante” della linea 1 e ridisegno delle piazze Cavour e Dante, Napoli
  • 2000 : Arredo urbano di Piazzale Cadorna e ridefinizione facciata della sede delle Ferrovie Nord, Milano
  • 2000 : Realizzazione di un insediamento turistico-alberghiero in una masseria, Taranto
  • 2001 : Nuovo edificio direzionale a Rimini
  • 2001 : Galleria di arti contemporanee e design a Villa Capriati, Bari
  • 2001 : riqualificazione del Lungolago a Meina
  • 2001 : Scuola materna a Villar Perosa
  • 2003/05 : Ristrutturazione del Palavela per le Olimpiadi invernali Torino 2006 a Torino
  • 2003 : Restauro del Castello Estense a Ferrara
  • 2005 : Risistemazione piazza S. Giovanni a Gubbio
  • 2005 : Istituto di cultura italiano, Tokyo
  • 2008 : Termovalorizzatore dei rifiuti di Forlì
  • 2009 : Biblioteca Tilane di Paderno Dugnano
  • 2011/12 : Perugia: ristrutturazione e ampliamento dell’Aeroporto San Francesco d’Assisi
  • 2012 : Potenza: restyling di Piazza Mario Pagano
  • 2012 : Palermo: Palazzo Branciforte, restauro e trasformazione in polo culturale polifunzionale
  • 2013 : Sede dell’Igiene Ambientale Hera di Cesena

Indovinate quali saranno le prossime signore dell’architettura delle quali parleremo? E voi avete un personaggio che vi ha ha ispirato?

a presto

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